5 gennaio 2012

Dal vegetarismo al veganismo

Vegetariani, vegani, crudisti, frugivori, macrobiotici, ci sono svariati modi con cui ci si definisce quando si segue uno stile di vita all’insegna della salute e del rispetto del prossimo e dell’ambiente, ma solo una cosa è certa, l’uomo è fatto per nutrirsi di vegetali.

Non credo molto nei marchi e tanto meno alle diete, ma se dovessi attribuirmi un marchio mi definirei “verduriano”, visto che la verdura cruda è sempre stata e rimane tutt’ora tra le mie preferenze, ma la mia storia col cibo, come quella di ognuno, è cominciata da quando dopo lo svezzamento e le ricche colazioni a pane e latte che ancora ricordo la mattina presto prima di andare a scuola, ho iniziato a preferire certi alimenti piuttosto che altri e a viziarmi con tutto ciò che mi piaceva, da prima biscotti e cioccolate, patatine e coca cole, merendine e bevande dolci, poi con affettati e formaggi.

Ma la mia nutrizione per fortuna non era composta da queste “schifezze” ma bensì da abbondanti paste al ragù che scartavo rigorosamente lasciando i mucchietti nel piatto, o al pomodoro e basilico che consumavo con più passione, bistecche e fettine in cui evitavo tutto ciò che non fosse morbido o che assomigliasse a grasso, purè e carne macinata per la quale andavo matto, spezzatini e fegatini che mangiavo a sforzo e le bene amate patate condite e insalate di radicchi, pomodori e cetrioli che accettavo volentieri come tutte le altre verdure di contorno sia cotte che crude.
La scuola con la mensa e poi il militare mi hanno fatto capire quanto sia difficile mangiare un buon pezzo di carne, facendomi pensare al senso un po’ paradossale di questo alimento, spesso le fettine, le bistecche, i polli non erano il massimo sia per qualità della materia prima che per preparazione, oltretutto erano monotoni, mentre cereali e ortaggi risultavano sempre ottimi e vari.

Ecco però che attorno ai 25 anni inizia la sensibilità vera e propria, prima con l’avvicinamento ad alcune diete sportive preparate per il mountain biking, escludendo le carni rosse e prediligendo i carboidrati come forma di energia pronta per poter praticare lo sport a me più caro, poi scoprendo il vegetarismo che mi assicurava la possibilità di poter vivere senza dover per forza consumare la solita carne convincendomi oltretutto al rispetto della vita degli animali.

Per un sacco di anni mi sono definito vegetariano consumando abbondanti quantità di ortaggi e cereali integrali nonché legumi, tofu e seitan, ma tollerando saltuariamente il pesce come sushi e sashimi, grigliate e fritture, gamberetti, mazzancolle e trote di fiume, per contrastare l’eccessivo uso di formaggi e latticini e per assurde questioni di gusto; più regolato il consumo delle uova, 2 – 3 a settimana stando attento anche agli alimenti che ne contengono e preferendo quelle di casa piuttosto di quelle acquistate al supermercato.

Combattuta per molto tempo la mia idea sul veganismo, infatti nonostante l’aumentato consumo di vegetali la mia idea sui vegani era a volte scettica e a volte attraente, e questo mi fece capire che ci voleva un acculturamento in campo per capire bene di cosa si trattasse e se potesse essere quello un ulteriore miglioramento.

Di libri sul cibo ne avevo già letti parecchi  e gli approfondimenti fatti sul veganismo mi hanno portato a comprendere immediatamente quanto questo modo di nutrirsi sia molto più coerente di tutti gli altri, così in un attimo mollo formaggi, latticini e uova, e dimentico con convinzione assoluta il buonissimo pesce ma anche numerosi falsi alimenti come pasta e pane bianco, cibi salati e dolcificati, alimenti arricchiti e proteici.

Il mio corpo ringrazia e mi fa subito capire che era ora di svegliarsi, ma gli spiego che purtroppo vivo in un posto dove le grigliate di carne sono ancora il simbolo del ritrovo tra amici, l’hamburger e le patatine fritte sono il mito dei giovani che nei weekend riempiono Burger King e Mc Donald’s, ai ristoranti c’è ancora la convinzione che i pasti debbano essere ricchi di proteine e grassi con un misero contorno di verdure spesso cotte, sarebbe quindi assurdo chiedere un semplice piatto di cereali integrali affiancato ad una esagerata verdura mista cruda, ed è anche complicato insistere alla rinuncia di dolce e caffè.

Max


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