26 gennaio 2013
Bieta e cicoria dal cuore freddo
In questo piatto non è il cuore dei due ortaggi ad essere freddo ma bensì un componente che ho aggiunto alla ricetta, la cicerchia, un legume antico semplice e rustico che rappresenta le tradizioni antiche del centro italia.
Cotta la cicerchia in acqua bollente per 30 minuti, l'ho poi scolata e raffreddata in acqua fredda, in fine semplicemente condita con un filo d'olio e shoyu.
Nel frattempo ho lavato e affettato grossolanamente 3 porri, 2 cespi di bieta e 2 di cicoria Katrina, ridotto a piccoli cubetti 2 spicchi di aglio e 2 cm di zenzero fresco.
Ho leggermente soffritto il porro con l'aglio e lo zenzero e ho subito unito le 2 verdure bagnate con un pò d'acqua.
Cotte a fuoco medio con il coperchio per 10 minuti, e infine condite con sale integrale alle erbe e olio extravergine di oliva.
Quindi ho sistemato un mucchietto di cicerchia al centro del piatto e l'ho ricoperto totalmente con le verdure ancora fumanti.
Ecco che poi, solo mangiando si scopre il cuore freddo di questo misterioso piatto.
Max
24 gennaio 2013
Formaggio veg di soia
Questa volta ho usato ingredienti alla soia anzichè le noci, per ottenere un formaggio solido ma morbido e molto cremoso, ottimo sia da spalmare che da affettare.
La ricetta è semplice, è importante però procurarsi tutti gli ingredienti necessari, facilmente reperibili in tutti i negozi bio, e alcuni stampini in silicone di 8/10 cm di diametro.
350 ml di latte di soia (se contiene più di 2 g di grassi per 100 g il risultato sarà migliore, io ne ho trovato uno con 2,78 g)
150 ml di panna di soia
40 g di lievito alimentare in scaglie
40 g di fiocchi di avena tostati
25 g di maizena (o fecola di patate fine)
2 cucchiai di burro di soia
2 cucchiai di yogurt di soia naturale
1 cucchiaino di sale fino integrale
olio di semi per ungere gli stampi
Macina finemente i fiocchi di avena, unisci tutti gli ingredienti nel robot da cucina e amalgamali per bene a bassa velocità.
Versa il composto in una pentola e cuoci a fiamma bassa fino a quando comincia a solidificarsi.
Fai intiepidire e versa negli stampi precedentemente oliati, lasciali raffreddare e ponili in frigo coperti.
Dopo 2 ore i formaggi saranno pronti da sformare e condire a piacimento con erbe fresche, pepe, peperoncino o fiori essiccati, oppure semplicemente da spalmare o consumare così com'è.
Max
23 gennaio 2013
Earthlings
L'uomo è inguardabile mentre compie certe azioni, io non appartengo a questa razza o non ci voglio appartenere.... sempre più animalista, sempre meno uomo.
20 gennaio 2013
Alghe wakame al sesamo e lino
Semplicissime le alghe wakame da preparare, è sufficiente ammollarle per 10 minuti in acqua tiepida, queste, da sottili fili secchi e scuri, come si presentano nella busta in versione essiccata, si allargheranno fino ad 1 centimetro di larghezza diventando morbide, croccanti e di un colore verde brillante.
Il sapore delle wakame non è forte come quello di altre alghe, che a volte sanno proprio di mare, ma si prestano molto bene ad accogliere qualsiasi condimento senza invaderlo.
Gli abbinamenti più consueti sono, la vinaigrette fatta con salsa tahin o aceto di riso, acidulato di umeboshi oppure salsa di soia shoyu.
Io le ho condite con abbondanti semi di sesamo e di lino tritati al mortaio, salsa di soia tamari e olio extravergine di oliva, servite così a freddo sono un ottimo antipasto, che meglio consumare da solo per assaporarne tutto l'aroma.
19 gennaio 2013
Sulla B12
Il testo di Carol ci spiega qualcosa sulla vitamina B12.
..... in modo semplice, breve (sono stata più breve possibile :)) e comprensibile.
La scienza della nutrizione classica insegna che la B12 è presente solo in prodotti di origine animale come carne, uova e latticini e che non si trova in verdure, frutta, semi, noci, legumi germogliati o germogli in generale.
Eppure la B12 viene prodotta da batteri che sono così ampiamente diffusi in natura e che molte, o la maggior parte, delle piante commestibili contengono piccole quantità di vitamina B12. Ancora più importante, la scienza ha dimostrato la nostra principale fonte di vitamina B12 viene dai nostri stessi batteri chiamati probiotici, o flora batterica intestinale.
Se è vero che i prodotti di origine animale, in particolare del fegato di manzo, sono grandi fonti di vitamina B12, è anche vero che la frutta e verdura contengono la vitamina. Alcune delle piante in cui la B12 è stata isolata includono:
* banane
* verdure a foglia larga
* semi di girasole
* porri
* datteri
* germogli
* barbabietole
* fagiolini
* carote
* piselli
* alga nori, chlorella, spirulina
Gli scienziati contrastano la dieta vegana e in particolare la vegana crudista, dicendo che sebbene questo sia vero, le piante contengono solo piccole quantità di vitamina B12. Sicuramente hanno ragione e questo è vero, c'è una ragione per questo! Il motivo è il nostro fabbisogno giornaliero è veramente piccolissimo!
La logica ci direbbe se la natura ha messo solo piccole quantità nel nostro cibo, allora il nostro bisogno è minimo. In realtà, abbiamo bisogno di meno di un micro-grammo. Un micro-grammo è un milionesimo di grammo al giorno. Non solo, ma il nostro corpo ricicla la vitamina B12 più e più volte prima di eliminarla.
Non mi sorprenderebbe se un giorno quando la scienza diventerà molto più sofisticata, verrà dimostrato che tutti gli alimenti vegetali che contengono una qualsiasi delle vitamine del gruppo B contiene anche vitamina B12. Il motivo è che le vitamine del gruppo B non si trovano mai singolarmente negli alimenti, ma in complessi.
Anche se questa teoria non fosse vera, in realtà non sarebbe un problema, poichè tutti noi abbiamo una fabbrica B12 proprio nell'intestino. La vitamina B12 viene prodotta da microrganismi chiamati flora batterica (i nostri batteri amici) e si trovano nell'intestino tenue. Questa flora “amica” è composta da batteri non patogeni e colonie di lievito, circa 126 ceppi di cui finora siamo a conoscenza. Uno dei più noti è il Lactobacillus acidophilus.
Domandatevi questo, se le mucche che sono cariche di B12 non mangiano carne, da dove ottengono la loro B12? E 'ben documentato la loro flora batterica produce la vitamina B12 proprio come la nostro. Anche il nostro fegato la conserva per giorni di pioggia.
La maggior parte con delle persone che presentano carenza di questa vitamina sono mangiatori di carne. E' l'abitudine nociva di sovraccaricare il sistema digestivo regolarmente con tossine, con la conseguenza che il cibo da loro ingerito (carne per lo più) attiva processi di putrefazione invece di digestione, che distrugge la flora batterica “amica”. Questo naturalmente porta ad una carenza di vitamina B12 e dei problemi di salute che ne derivano.
Altri assassini delle nostra flora batterica sono tutti i medicinali, soprattutto antibiotici, oltre che l'eccesso di alimenti proteici, cibi ricchi di grassi, additivi chimici, stress emotivo e cibo povero in minerali e vitamine.
Una cottura “conservativa” fatta con un leggero vapore solo per le patate, rende per esempio la B6 molto disponibile. Poi la troviamo in avocado, piselli, spinaci, patate, peperoni rossi, peperoncini, asparagi, broccoli, cavolfiore, carote, banane, semi e noci.
Ottimi sono la melassa e il lievito alimentare (per chi non ha intolleranze ai lieviti).
Ciao! Carol
18 gennaio 2013
Serve davvero tutto questo?
E brutto, e squallido, è orrendo, eppure funziona così, questo è il nostro sistema...
13 gennaio 2013
Chapati crudista agli ortaggi cotti e crudi
Questa volta il gioco si capovolge, un gioco fatto di cotto/crudo che a differenza dei soliti piatti a base di pane e chapati trova il crudo alla base e il cotto nei componenti aggiuntivi.
Una piccola piramide di colori, di sapori e di consistenze diverse, una piccola portata dalle grandi proprietà.
Infatti il chapati mantiene intatte tutte le proprietà dei semi oleosi e del grano saraceno di cui è composto, essendo prodotto con l'essiccatore senza superare i 40°C di temperatura. L'avocado, considerato sia frutto che vegetale, ricco di grassi insaturi e omega-3, il mango e le carote cotti a vapore, e i ricchissimi germogli di aglio, dal sapore forte che va in contrasto con gli ortaggi.
Ma non vi ho ancora detto gli ingredienti che ho utilizzato per questo piatto.
Ingredienti:
Chapati crudista (vedi ricetta dell'11 gennaio 2013)
maionese vegan
avocado maturo
mango
carote
germogli di aglio
salsa tamari o teriyaki
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
pepe nero macinato
olio di semi di zucca
Cuoci al vapore per 10 minuti il mango e le carote tagliate precedentemente a cubetti, togli, fai raffreddare e condisci con olio di semi di zucca e salsa teriyaki o tamari.
Affetta a cubetti l'avocado e in una terrina condisci con sale dell'Himalaya, pepe nero e olio di oliva extravergine.
Poni un chapati al centro del piatto, spalmalo con la maionese vegana e mettici sopra le carote e il mango, poi termina la piramide con i cubetti di avocado e guarnisci con i germogli di aglio.
Un piatto da gustare e assaporare con pazienza ascoltando bene tutto quello che ha da dire.
Max
Una piccola piramide di colori, di sapori e di consistenze diverse, una piccola portata dalle grandi proprietà.
Infatti il chapati mantiene intatte tutte le proprietà dei semi oleosi e del grano saraceno di cui è composto, essendo prodotto con l'essiccatore senza superare i 40°C di temperatura. L'avocado, considerato sia frutto che vegetale, ricco di grassi insaturi e omega-3, il mango e le carote cotti a vapore, e i ricchissimi germogli di aglio, dal sapore forte che va in contrasto con gli ortaggi.
Ma non vi ho ancora detto gli ingredienti che ho utilizzato per questo piatto.
Ingredienti:
Chapati crudista (vedi ricetta dell'11 gennaio 2013)
maionese vegan
avocado maturo
mango
carote
germogli di aglio
salsa tamari o teriyaki
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
pepe nero macinato
olio di semi di zucca
Cuoci al vapore per 10 minuti il mango e le carote tagliate precedentemente a cubetti, togli, fai raffreddare e condisci con olio di semi di zucca e salsa teriyaki o tamari.
Affetta a cubetti l'avocado e in una terrina condisci con sale dell'Himalaya, pepe nero e olio di oliva extravergine.
Poni un chapati al centro del piatto, spalmalo con la maionese vegana e mettici sopra le carote e il mango, poi termina la piramide con i cubetti di avocado e guarnisci con i germogli di aglio.
Un piatto da gustare e assaporare con pazienza ascoltando bene tutto quello che ha da dire.
Max
11 gennaio 2013
Chapati crudista
Per la preparazione di questa ricetta occorre l'essiccatore.
Non è del tutto semplice preparare questi chapati, ma prendendosi un pò di tempo e pazienza si ottiene un buon prodotto, e non è nemmeno difficile.
La cosa più impegnativa è prepararsi il grano saraceno germogliato, il componente principale che da corpo a questi panetti e che bisogna fare in precedenza.
Grano saraceno germogliato:
Occorre per prima cosa ammollare il grano saraceno (io ne ho utilizzato 1 kg), in acqua per 30 minuti, poi versarlo in un colino, porre il colino in un contenitore e coprirlo con un panno.
Lasciare germogliare per circa 36 ore risciacquando 2-3 volte al giorno.
Dal seme spunterà un germoglio che sarà pronto quando avrà raggiunto la stessa lunghezza del chicco.
Per terminare l'operazione, i germogli, vanno posti nell'essiccatore per 8-10 ore a 40°C.
Chapati
Ingredienti:
260 gr di semi di girasole
840 gr di grano saraceno germogliato essiccato
120 gr di semi di lino
1 cucchiaio di sale integrale
1 cucchiaino di pepe nero macinato
1/2 cucchiaio di cumino macinato
10 gr di salvia macinata
160 ml di olio extravergine di oliva
500 ml di acqua
Trita finemente con un macina caffè i semi di girasole, il grano saraceno, i semi di lino e tutti gli altri componenti da utilizzare macinati.
Mescola in un contenitore capiente tutti gli ingredienti secchi, aggiungi poi l'olio e l'acqua, e mescola a mano per ottenere una pastella omogenea.
Con un cucchiaio da gelato ricava delle palline di 50 gr, disponile su un foglio di carta da forno, e con un mattarello appiattisci fino ad ottenere delle gallette di 10 cm di diametro.
Distribuiscile nei piani dell'essiccatore e lascia essiccare per 5 ore a 40°C.
Otterrai dei chapati sodi e teneri, pronti da utilizzare in mille modi o da consumare così come sono.
10 gennaio 2013
Lei sa che non è così
...dal libro "Se niente importa" di Jonathan Safran Foer...
Grazie per aver condiviso con me la trascrizione dei pensieri di Nicolette.
Io lavoro alla PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), mentre Nicolette è una produttrice di carne, ma penso a lei come un alleata nella battaglia contro l'allevamento intensivo, ed è mia amica.
Sono d'accordo su tutto quello che dice sull'importanza di trattare bene gli animali e sui prezzi della carne prodotta negli allevamenti industriali tenuti artificialmente bassi.
Sono senz'altro d'accordo che chi mangia gli animali dovrebbe mangiare solo animali cresciuti al pascolo nutrendosi di erba, soprattutto i bovini.
Ma qui casca l'asino: Perchè mai mangiare gli animali?
Primo, pensa all'ambiente e alla scarsità di cibo: non c'è differenza etica tra mangiare carne e buttare un enorme quantità di cibo nella pattumiera, perchè gli animali che mangiamo trasformano solo una piccola frazione di cibo che ingeriscono in calorie di carne: ci vogliono da 6 a 26 calorie di mangime perchè un animale produca una sola caloria di carne.
La stragrande maggioranza di quello che coltiviamo negli Stati Uniti va a sfamare gli animali-parliamo di terra e cibo che potremmo usare per sfamare esseri umani o per salvaguardare la natura-, e lo stesso accade in tutto il mondo, con conseguenze devastanti.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione ha definito un <<crimine contro l'umanità>> trasformare cento milioni di tonnellate di cereali e mais in etanolo, mentre quasi un miliardo di persone soffre la fame.
Quindi che genere di crimine commette l'industria zootecnica che usa 756 milioni di tonnellate di cereali e mais all'anno, più che sufficiente a sfamare adeguatamente il miliardo e mezzo di persone che vivono in estrema povertà?
E quei 756 milioni di tonnellate non tengono conto del fatto che anche il novantotto per cento dei 225 milioni di tonnellate di soia prodotte nel mondo serve come mangime per gli animali.
Favorisci una grossa inefficienza e pompi il prezzo del cibo per i più poveri della Terra anche se mangi solo carne Nimin Ranch (azienda produttrice di carne non intensiva).
E stata questa inefficienza - non il costo ambientale e neppure il benessere degli animali- a indurmi a smettere di mangiare carne.
Alcuni allevatori ci tengono a sottolineare che esistono habitat marginali dove non si può coltivare cibo ma si può allevare bestiame e che il bestiame può fornire sostanze nutritive quando i raccolti si rovinano.
Queste argomentazioni, però, hanno un fondamento serio solo per i paesi in via di sviluppo.
Lo scienziato più noto del settore, Rajendra Kumar Pachauri, presidente dell' IPCC (Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico) e vincitore del premio Nobel per la pace per il suo lavoro, sostiene che tutti gli abitanti del mondo sviluppato dovrebbero optare per una dieta vegetariana, solo per ragioni ambientali.
Naturalmente è la questione dei diritti degli animali a farmi stare alla PETA, e la scienza di base ci insegna che anche gli altri animali sono fatti di carne, sangue e ossa, proprio come noi.
Un allevatore di maiali canadese ha ucciso delle donne, appendendole ai ganci dove si appendono normalmente le carcasse dei maiali.
Nel corso del processo, ha suscitato un profondo orrore e un disgusto viscerale la rivelazione che alcune delle donne sarebbero finite nel piatto di persone convinte di mangiare il maiale di quel produttore.
I consumatori non erano in grado di distinguere tra carne trita suina e carne umana. Certo che non erano in grado. Le differenze anatomiche tra esseri umani e maiali (e polli, manzi ecc) sono insignificanti rispetto alle somiglianze: un cadavere è un cadavere, la carne è carne.
Gli altri animali possiedono i nostri cinque sensi. E sempre più capiamo che hanno bisogni emotivi, psicologici e comportamentali che l'evoluzione ha creato in loro proprio come in noi.
Gli altri animali, come gli esseri umani, provano piacere e dolore, felicità e tristezza.
Il fatto che gli animali siano mossi da molte delle stesse emozioni che toccano noi è ben attestato.
Chiamar <<istinto>> l'intero complesso delle loro emozioni e dei loro comportamenti è stupido, cosa su cui Nicolette è d'accordo.
Trascurare le ovvie implicazioni morali di queste somiglianze è facile al mondo d'oggi: è comodo, vantaggioso e frequente. E anche sbagliato.
Ma non basta sapere soltanto cosa è giusto o sbagliato: l'azione è l'altra, più importante faccia della medaglia del giudizio morale.
L'amore di Nicolette per i suoi animali è nobile? Lo è quando la spinge a vederli come individui e a non voler fare loro del male. Ma quando la spinge a farsi complice della marchiatura, della sottrazione dei piccoli alle madri e dello sgozzamento degli animali mi è più difficile capirla.
Ecco il perchè: prova ad applicare le sue argomentazioni sul consumo di carne all'allevamento di cani e gatti, o magari di esseri umani.
Molti di loro perderanno la loro simpatia.
Di fatto quello che lei sostiene suona spaventosamente simile (ed è strutturalmente identico) alle affermazioni di quegli schiavisti che sostenevano di trattare meglio gli schiavi senza abolire la schiavitù.
Uno potrebbe ridurre una persona in schiavitù e garantirle <<un buona vita e una morte facile>>, come dice Nicolette parlando degli animali d'allevamento.
E preferibile che maltrattare quello schiavo? Certo.
Ma nessuno se lo augurerebbe comunque.
...
Mangiar carne può essere <<naturale>>, e la maggior parte della gente può trovarlo accettabile-certo che gli uomini lo fanno da un sacco di tempo-, ma queste non sono argomentazioni morali.
In realtà tutto il progresso morale e sociale dell'umanità rappresenta un superamento esplicito di ciò che è <<naturale>>.
E il fatto che nel Sud quasi tutti fossero a favore della schiavitù non dice niente sulla sua moralità.
La legge della giungla non è uno standard morale a prescindere da quanto può far sentire meglio i carnivori per il fatto che mangino carne.
...
Di solito prendere una decisione morale comporta una scelta tra conflitti d'interesse seri e inevitabili.
In questo caso i conflitti d'interesse sono: Il desiderio umano di un piacere del palato e l'interesse animale di non essere sgozzato.
Nicolette ti dirà che loro danno all'animale <<una buona vita e una morte facile>>.
Ma la vita che danno ai loro animali non è neanche lontanamente buona come la maggioranza di noi garantisce ai propri cani e gatti (possono dare agli animali una vita e una morte migliore della Smithfield-allevamento intensivo, ma buona?).
E in ogni caso che genere di vita finisce a dodici anni, che con le debite proporzioni sarebbe l'età umana degli animali più vecchi della fattoria di Bill e Nicolette, fatta eccezione per quelli da riproduzione.
La decisione di mangiare carne in generale (anche se prodotta con metodi meno crudeli) porterà altri che conosci a mangiare carne prodotta in allevamenti intensivi che magari non avrebbero mangiato.
Che messaggio trasmettono i leader del movimento per la <<carne etica>>, come i miei amici Eric Schlosser e Michael Pollan e persino gli allevatori della Niman Ranch, se dalle loro tasche escono regolarmente soldi che finiscono all'industria zootecnica?
Jonathan Safran Foer
Queste pagine mi fanno molto riflettere sulla responsabilità che ha ognuno di noi, in ogni scelta che fa, verso il mondo intero.
Ogni piccola scelta personale può condizionare gli altri e provocare un grosso cambiamento nella vita di tutti i giorni, ogni scelta può cambiare il "normale" vivere, le abitudini e i modi che spesso si usano senza pensare all'enorme impatto negativo che possono avere su ognuno di noi.
La responsabilità non si compra e non si vende, ma è dovere di tutti divulgarla il più possibile.
La scelta alimentare è quella più importante.
Max
Grazie per aver condiviso con me la trascrizione dei pensieri di Nicolette.
Io lavoro alla PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), mentre Nicolette è una produttrice di carne, ma penso a lei come un alleata nella battaglia contro l'allevamento intensivo, ed è mia amica.
Sono d'accordo su tutto quello che dice sull'importanza di trattare bene gli animali e sui prezzi della carne prodotta negli allevamenti industriali tenuti artificialmente bassi.
Sono senz'altro d'accordo che chi mangia gli animali dovrebbe mangiare solo animali cresciuti al pascolo nutrendosi di erba, soprattutto i bovini.
Ma qui casca l'asino: Perchè mai mangiare gli animali?
Primo, pensa all'ambiente e alla scarsità di cibo: non c'è differenza etica tra mangiare carne e buttare un enorme quantità di cibo nella pattumiera, perchè gli animali che mangiamo trasformano solo una piccola frazione di cibo che ingeriscono in calorie di carne: ci vogliono da 6 a 26 calorie di mangime perchè un animale produca una sola caloria di carne.
La stragrande maggioranza di quello che coltiviamo negli Stati Uniti va a sfamare gli animali-parliamo di terra e cibo che potremmo usare per sfamare esseri umani o per salvaguardare la natura-, e lo stesso accade in tutto il mondo, con conseguenze devastanti.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione ha definito un <<crimine contro l'umanità>> trasformare cento milioni di tonnellate di cereali e mais in etanolo, mentre quasi un miliardo di persone soffre la fame.
Quindi che genere di crimine commette l'industria zootecnica che usa 756 milioni di tonnellate di cereali e mais all'anno, più che sufficiente a sfamare adeguatamente il miliardo e mezzo di persone che vivono in estrema povertà?
E quei 756 milioni di tonnellate non tengono conto del fatto che anche il novantotto per cento dei 225 milioni di tonnellate di soia prodotte nel mondo serve come mangime per gli animali.
Favorisci una grossa inefficienza e pompi il prezzo del cibo per i più poveri della Terra anche se mangi solo carne Nimin Ranch (azienda produttrice di carne non intensiva).
E stata questa inefficienza - non il costo ambientale e neppure il benessere degli animali- a indurmi a smettere di mangiare carne.
Alcuni allevatori ci tengono a sottolineare che esistono habitat marginali dove non si può coltivare cibo ma si può allevare bestiame e che il bestiame può fornire sostanze nutritive quando i raccolti si rovinano.
Queste argomentazioni, però, hanno un fondamento serio solo per i paesi in via di sviluppo.
Lo scienziato più noto del settore, Rajendra Kumar Pachauri, presidente dell' IPCC (Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico) e vincitore del premio Nobel per la pace per il suo lavoro, sostiene che tutti gli abitanti del mondo sviluppato dovrebbero optare per una dieta vegetariana, solo per ragioni ambientali.
Naturalmente è la questione dei diritti degli animali a farmi stare alla PETA, e la scienza di base ci insegna che anche gli altri animali sono fatti di carne, sangue e ossa, proprio come noi.
Un allevatore di maiali canadese ha ucciso delle donne, appendendole ai ganci dove si appendono normalmente le carcasse dei maiali.
Nel corso del processo, ha suscitato un profondo orrore e un disgusto viscerale la rivelazione che alcune delle donne sarebbero finite nel piatto di persone convinte di mangiare il maiale di quel produttore.
I consumatori non erano in grado di distinguere tra carne trita suina e carne umana. Certo che non erano in grado. Le differenze anatomiche tra esseri umani e maiali (e polli, manzi ecc) sono insignificanti rispetto alle somiglianze: un cadavere è un cadavere, la carne è carne.
Gli altri animali possiedono i nostri cinque sensi. E sempre più capiamo che hanno bisogni emotivi, psicologici e comportamentali che l'evoluzione ha creato in loro proprio come in noi.
Gli altri animali, come gli esseri umani, provano piacere e dolore, felicità e tristezza.
Il fatto che gli animali siano mossi da molte delle stesse emozioni che toccano noi è ben attestato.
Chiamar <<istinto>> l'intero complesso delle loro emozioni e dei loro comportamenti è stupido, cosa su cui Nicolette è d'accordo.
Trascurare le ovvie implicazioni morali di queste somiglianze è facile al mondo d'oggi: è comodo, vantaggioso e frequente. E anche sbagliato.
Ma non basta sapere soltanto cosa è giusto o sbagliato: l'azione è l'altra, più importante faccia della medaglia del giudizio morale.
L'amore di Nicolette per i suoi animali è nobile? Lo è quando la spinge a vederli come individui e a non voler fare loro del male. Ma quando la spinge a farsi complice della marchiatura, della sottrazione dei piccoli alle madri e dello sgozzamento degli animali mi è più difficile capirla.
Ecco il perchè: prova ad applicare le sue argomentazioni sul consumo di carne all'allevamento di cani e gatti, o magari di esseri umani.
Molti di loro perderanno la loro simpatia.
Di fatto quello che lei sostiene suona spaventosamente simile (ed è strutturalmente identico) alle affermazioni di quegli schiavisti che sostenevano di trattare meglio gli schiavi senza abolire la schiavitù.
Uno potrebbe ridurre una persona in schiavitù e garantirle <<un buona vita e una morte facile>>, come dice Nicolette parlando degli animali d'allevamento.
E preferibile che maltrattare quello schiavo? Certo.
Ma nessuno se lo augurerebbe comunque.
...
Mangiar carne può essere <<naturale>>, e la maggior parte della gente può trovarlo accettabile-certo che gli uomini lo fanno da un sacco di tempo-, ma queste non sono argomentazioni morali.
In realtà tutto il progresso morale e sociale dell'umanità rappresenta un superamento esplicito di ciò che è <<naturale>>.
E il fatto che nel Sud quasi tutti fossero a favore della schiavitù non dice niente sulla sua moralità.
La legge della giungla non è uno standard morale a prescindere da quanto può far sentire meglio i carnivori per il fatto che mangino carne.
...
Di solito prendere una decisione morale comporta una scelta tra conflitti d'interesse seri e inevitabili.
In questo caso i conflitti d'interesse sono: Il desiderio umano di un piacere del palato e l'interesse animale di non essere sgozzato.
Nicolette ti dirà che loro danno all'animale <<una buona vita e una morte facile>>.
Ma la vita che danno ai loro animali non è neanche lontanamente buona come la maggioranza di noi garantisce ai propri cani e gatti (possono dare agli animali una vita e una morte migliore della Smithfield-allevamento intensivo, ma buona?).
E in ogni caso che genere di vita finisce a dodici anni, che con le debite proporzioni sarebbe l'età umana degli animali più vecchi della fattoria di Bill e Nicolette, fatta eccezione per quelli da riproduzione.
La decisione di mangiare carne in generale (anche se prodotta con metodi meno crudeli) porterà altri che conosci a mangiare carne prodotta in allevamenti intensivi che magari non avrebbero mangiato.
Che messaggio trasmettono i leader del movimento per la <<carne etica>>, come i miei amici Eric Schlosser e Michael Pollan e persino gli allevatori della Niman Ranch, se dalle loro tasche escono regolarmente soldi che finiscono all'industria zootecnica?
Jonathan Safran Foer
Queste pagine mi fanno molto riflettere sulla responsabilità che ha ognuno di noi, in ogni scelta che fa, verso il mondo intero.
Ogni piccola scelta personale può condizionare gli altri e provocare un grosso cambiamento nella vita di tutti i giorni, ogni scelta può cambiare il "normale" vivere, le abitudini e i modi che spesso si usano senza pensare all'enorme impatto negativo che possono avere su ognuno di noi.
La responsabilità non si compra e non si vende, ma è dovere di tutti divulgarla il più possibile.
La scelta alimentare è quella più importante.
Max
7 gennaio 2013
Nachos crudisti
I nachos crudisti sono un particolare alimento a base di semi di lino macinati, ricchissimi di acidi grassi omega3, sali minerali come manganese, fosforo, rame e magnesio, proteine e vitamine del gruppo B.
I semi di lino, come l'olio di lino spremuto a freddo, sono un alimento molto importante per la dieta vegetariana/vegana e andrebbero consumati più spesso rigorosamente tritati a crudo.
La ricetta per questi nachos è molto particolare ma richiede componenti facili da reperire.
Occorre l'essiccatore, il mixer da cucina e il macina caffè.
Ingredienti:
5 cucchiai di rosmarino secco intero
300 gr di semi di lino
70 gr di cipolla rossa tagliata grossolanamente
1 litro di acqua
140 gr di pomodori secchi
3 cucchiai di aceto di mele
1/2 cucchiaino di aglio in polvere
1 pizzico di pepe nero
1 pizzico di peperoncino di cayenna
Sminuzza con un mortaio o un mattarello metà del rosmarino secco. Conserva a parte.
Macina finemente (con un macina caffè) i semi di lino.
Metti nel mixer da cucina il rosmarino rimanente (non sminuzzato) e tutti gli ingredienti compresa l'acqua, tranne il lino macinato.
Frulla in modo da ottenere un passato omogeneo.
Versa in una ciotola e incorpora il lino macinato e il rosmarino sminuzzato.
Disponi una parte di composto su di un foglio di carta da forno (tagliata a misura dell'essiccatore) spiana uniformemente con una spatola, deve risultare uno strato di circa 1 mm.
Sempre con la spatola traccia dei segni leggeri in modo da formare dei rettangoli di 5 cm x 3 cm oppure dei triangoli più o meno delle stesse dimensioni.
Ripeti questa operazione con il resto del composto, riempiendo ogni ripiano dell'essiccatore.
Metti quindi a essiccare per 16 ore a 40°C rigirandoli a metà ciclo (8 ore), togliendo la carta.
I nachos risulteranno completamente asciutti e croccanti, pronti da consumare accompagnati a maionese o guacamole, oppure con una salsa di peperoni piccante.
Buon lavoro e buon appetito.
6 gennaio 2013
Crema di nocciole
Ingredienti:
180 gr di nocciole (tostate o crude)
3 cucchiai abbondanti di cacao puro in polvere
3 cucchiai di zucchero grezzo di canna (o malto di riso o d'orzo)
9 cucchiai di latte di riso (o di soia)
3 cucchiai di olio di semi di girasole bio
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
Importante è usare ingredienti di ottima qualità, come lo zucchero di canna Mascobado, il cacao magro al 100%, entrambi di Altromercato, le nocciole dell'albero vicino casa o casa dell'amico, e l'olio di girasole biologico e deodorato.
Quindi, una volta sbucciate tostiamo le nocciole nel forno preriscaldato a 180° per pochi minuti, le lasciamo raffreddare un attimo e le passiamo tra le mani per eliminare la pellicina rimasta secca.
Frulliamo le nocciole tostate nel robot da cucina fino a creare una pasta più fine possibile, aggiungiamo il cacao, lo zucchero e la vaniglia e frulliamo ancora per 1 minuto.
Infine, continuando a frullare aggiungiamo il latte di riso e poi l'olio, lasciamo andare ancora 1 minuto perchè il tutto si amalgami bene, e il gioco è fatto.
Se le dosi degli ingredienti saranno esatte e gli ingredienti quelli consigliati non servirà correggere, la crema risulterà morbida e il sapore non sarà ne troppo dolce ne troppo amaro, altrimenti correggete aggiungendo ciò che vi sembra opportuno.
Se si usassero le nocciole senza essere tostate questa crema potrebbe risultare crudista, certo ne perderebbe leggermente in aroma ma le proprietà delle nocciole rimarrebbero intatte.
Addio latte e olio di palma e benvenuta salute, ma non esageriamo con le cucchiaiate!!
4 gennaio 2013
Biscotto crudista di cocco macadamia
Questo biscotto si prepara in 15 minuti, ma ci mette ben 12 ore a "cuocere", la sua cottura viene fatta con l'essiccatore a 40° per poter mantenere intatte tutte le proprietà dei componenti anch'essi usati rigorosamente crudi e biologici.
Per la preparazione di circa 30 biscotti occorre:
150 gr di noci di macadamia
400 gr di crema di datteri (preparata precedentemente frullando 400 gr di datteri ammollati per un paio d'ore, e 300 ml di acqua, la stessa usata per l'ammollo)
1/2 cucchiaio di zenzero fresco tritato
2 cucchiai di olio di girasole
180 gr di noce di cocco grattugiata
100 gr di crusca
180 gr di uvetta
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
1 pizzico di sale
Per prima cosa trita grossolanamente le noci di macadamia con il robot.
Mescola le noci con tutti gli altri componenti, e forma dei biscotti cilindrici dello spessore di poco meno di 1 cm.
Disponili nell'essiccatore e lasciali essiccare a 40° per 12 ore.
Devono risultare croccanti fuori e morbidi dentro.
3 gennaio 2013
Stella di sedano rapa
Già avevo presentato un modo per cucinare il sedano rapa a modi carpaccio, questa volta il componente è lo stesso ma la ricetta tratta il piatto completo.
La prima cosa da fare è procurarsi il sedano rapa biologico, lavarlo, tagliarlo in 4 pezzettoni e sbollentarlo 10 minuti in acqua bollente o a vapore, eliminare quindi la buccia e le parti grezze, e affettarlo a circa 3 mm.
Comporre con le fette una stella su un piatto piano, condire con olio extravergine di oliva, prezzemolo fresco e secco.
Infine creare al centro del piatto un mucchietto di maionese vegan fatta in casa, contornare con patè di aglio orsino e porre un cucchiaino di senape nel mezzo della stella.
Il massimo per gustare questa composizione sarebbe di crearne una a testa, creando la stella in un piatto più piccolo.
La prima cosa da fare è procurarsi il sedano rapa biologico, lavarlo, tagliarlo in 4 pezzettoni e sbollentarlo 10 minuti in acqua bollente o a vapore, eliminare quindi la buccia e le parti grezze, e affettarlo a circa 3 mm.
Comporre con le fette una stella su un piatto piano, condire con olio extravergine di oliva, prezzemolo fresco e secco.
Infine creare al centro del piatto un mucchietto di maionese vegan fatta in casa, contornare con patè di aglio orsino e porre un cucchiaino di senape nel mezzo della stella.
Il massimo per gustare questa composizione sarebbe di crearne una a testa, creando la stella in un piatto più piccolo.
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