Giornata entusiasmante quella di domenica 17 marzo 2013, a spasso per Ramandolo di Nimis (UD), raccogliendo le piante selvatiche che offre questa stagione, in compagnia di Giusi Foschia de "Il Giardino Commestibile" che ha organizzato come di consueto l'appuntamento di fine inverno per "addestrare" gli appassionati a riconoscere le numerosissime piante spontanee che si possono utilizzare in cucina, per contornare le ricette preferite, per creare ingredienti da conservare tutto l'anno, ma anche da utilizzare immediatamente come ingredienti principali dei piatti.
Noi, io e Sabrina ci siamo dati da fare per organizzare le tre tappe di ristoro in programma, dove poter fare assaggiare ai 25 partecipanti gran parte delle erbe incontrate e raccolte durante il cammino lungo i sentieri di Ramandolo.
Nonostante la giornata fredda e umida il gruppo parte dalla chiesetta di Ramandolo alle ore 10.00 e scendendo dal nuovo sentiero naturalistico raggiunge la cantina di Claucigh Andrea, prima pausa di ristoro, dove offriamo un aperitivo a buffet con crostini alla crema di aglio orsino, che produce Giusi, crostini con patè di sesamo, erba cipollina di campo e germogli di alfa alfa su pane di kamut, e infine tartine al cren con germogli di ravanello sango su pane di segale, tutto è condito con i migliori vini bianchi e rossi di Andrea.
Il cammino continua scendendo per i ronchi, giù fino a Nimis, e noi ci spostiamo rapidamente per sistemare la seconda tavolata nella cantina nuova de "I Comelli" dove prepariamo una freschissima insalata di valerianella (ardielùt), con fiori e foglie di primula condita con una salsa al miso d'orzo, un delizioso piatto misto composto da tritello di grano alle olive capperi e prezzemolo, topinambur saltato con cipolla rossa carote e zenzero e carpaccio di topinambur marinato con maionese veg.
Sia il posto che i vini, dal refosco al Ramandolo vengono molto apprezzati e sembra che il gruppo affiatato si senta a proprio agio nella cantina in cui scattiamo una bella foto tutti assieme.
E' ora, infine, di ritornare sulle colline alte, verso l'ultima tappa a casa di Rita (mia mamma), che mette a disposizione la piccola taverna sotto casa per un rinfresco a base di frittate, sia classiche che vegan e insalate selvatiche con ben 15 tipi di erbe diverse, (cardamine rosette basali,borsa del pastore foglie, tarassaco foglie, stellaria media foglie, finocchio selvatico, malva foglie, piantagine lanceolata foglie tenere, aglio orsino poche fogliette, acetosa, primula foglie, margheritine rosette basali, favagello poche foglie, rosolaccio, lucertolina fetent).
Qui l'ospitalità è quella di casa, con la classica brocca di vino rosso, qualche infuso di fiori, e ricche discussioni sui componenti assaggiati finora in giro per le tavole imbandite di Ramandolo.
E un altra volta la cucina vegan ha riscosso il successo che merita e ha dimostrato di andare pienamente d'accordo con le erbe selvatiche.
Ringrazio Giusi per l'opportunità.
Max